Cinema Streetwear

Come il cinema ha contribuito a definire lo streetwear

Quando il cinema definisce la Moda: 10 film che hanno contribuito a formare la cultura dello streetwear mondiale.

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Attraverso la storia, il cinema si è dimostrato uno specchio potente della società, intrecciando i fili della cultura, dello streetwear, della politica, della musica e dell’arte. Ha permeato i movimenti sociali, plasmato le tendenze e influenzato tangibilmente la moda. Alcuni film hanno svolto un ruolo fondamentale nel plasmare lo stile, fungendo da precursori per intere sottoculture ed epoche. Questa lista presenta 10 film che hanno anticipato e influenzato profondamente la moda dello streetwear, spingendo stili e capi d’abbigliamento all’apice della popolarità.

Rebel Without a Cause – 1955

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James Dean ha recitato solo in tre film durante la sua vita, ma è diventato una figura iconica nella cultura popolare e lo rimane ancora oggi. I riferimenti all’attore ribelle si trovano nella musica, nel cinema, nei libri, nell’arte e nella moda. Il suo stile semplice ma d’impatto, tra cui una giacca di pelle, una maglietta bianca arrotolata, jeans con risvolti e stivali, influenza ancora oggi la moda. Lo stile di James Dean ha introdotto l’idea che vestirsi casualmente fosse più cool dell’abbigliamento formale, segnando il primo passo verso il potere e lo status che lo streetwear detiene ancora oggi. Inoltre, il film “Rebel Without a Cause” ha lanciato la tendenza del denim Cimosato in Giappone. I giapponesi si sono innamorati del denim resistente e robusto di James Dean, con cuciture visibili e orli larghi. I jeans Levis indossati nel film sono diventati così popolari in Giappone, soprattutto tra i giovani facoltosi (a causa dei costi di importazione) e coloro che volevano ribellarsi al tradizionalismo del paese, guadagnando loro il soprannome di “Taiyōzoku“, che si traduce in “Pachiderma” (a causa del taglio dritto e rigido del denim, che assomiglia alle zampe di elefante).

Taxi Driver – 1976

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Il thriller del 1976 di Martin Scorsese, “Taxi Driver“, rimane un capolavoro cinematografico, principalmente noto per l’interpretazione di Robert De Niro nel ruolo di Travis Bickle. Bickle, un veterano della guerra del Vietnam afflitto dal disturbo da stress post-traumatico, lavora come tassista notturno per le strade di New York City per far fronte alla sua insonnia. Il film cattura con attenzione il fenomeno controculturale dei primi anni ’70, quando i veterani di guerra tornavano a casa indossando le loro divise da combattimento e venivano considerati più come icone di stile che veterani. Questo stile alternativo ha guadagnato rapidamente popolarità tra il pubblico e, nel XXI secolo, è diventato una tendenza significativa nell’abbigliamento, conosciuta come il fenomeno dell’abbigliamento militare. A partire dagli anni ’70, capi come la giacca militare M-65 sono diventati pilastri della moda, con marchi streetwear come BAPE, Supreme, Maharishi e Needles che creano le loro interpretazioni dell’abbigliamento militare. Mentre il film ha sicuramente avuto un impatto significativo sulla crescita di questa tendenza, ha anche influenzato direttamente uno dei principali marchi streetwear. Nel 1994, Supreme ha aperto il suo negozio in Lafayette Street a New York e, per celebrare l’evento, ha creato una maglietta ispirata a “Taxi Driver”. Queste magliette sono diventate estremamente rare e sono ora considerate tesori dai fan accaniti di Supreme e del cinema.

Quadrophenia – 1979

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Quadrophenia” è un film generazionale del 1979, liberamente basato sull’opera rock omonima del 1973 dei The Who. Diretto da Franc Roddam, il film è ambientato nel 1964 a Londra e racconta la storia di Jimmy, un ventenne disilluso emarginato dalla società, che trova conforto solo nel suo gruppo di subcultura, i Mods. Il film fornisce non solo una chiara rappresentazione dei giovani delle classi operaie, ma offre anche uno sguardo dettagliato sulla vita ribelle e sullo stile dei Mods. Indossano abiti eleganti, ascoltano la musica pop e soul del momento, assumono anfetamine e guidano scooter, specialmente di marche italiane. Attraverso la rappresentazione della subcultura Mod, “Quadrophenia” offre un’analisi antropologica potente che si estende alla moda. Parka, pantaloni chino giacche sono solo alcuni esempi dell’influenza del film sullo streetwear contemporaneo. Marchi come Neighborhood, Carhartt e Supreme hanno reso omaggio al film con capsule collection dedicate.

Scarface – 1983

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Alcuni potrebbero chiedersi perché “Scarface” è in questa lista, dato che lo stile dei protagonisti, soprattutto Al Pacino, corrisponde alla moda appariscente prevalente alla fine degli anni ’70 in America. Tuttavia, al di là del potente slogan del film “Il mondo è tuo“, citato in vari contesti culturali, compresa la cultura street, il film del 1983 diretto da Brian De Palma funge da potente incubatore di stile urbano. “Scarface” è il tipo di film che va oltre i media, forse più famoso per i suoi dialoghi e l’atteggiamento che per il suo stile effettivo. La storia del riscatto è stata raccontata molte volte prima dell’uscita del film, ma l’interpretazione di Al Pacino di Tony Montana rappresenta l’apice del genere. Lo streetwear ha citato e ricordato “Scarface” molte volte, stabilendolo come un riferimento culturale assoluto da conoscere. La collezione FW17 di Supreme interamente dedicata a Tony Montana ne è una prova.

La Haine – 1995

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Nel 1995, Mathieu Kassovitz ci ha trasportato nei quartieri ghettizzati di Parigi attraverso il potente film “La Haine“. Il film si svolge nel contesto dei “projects” residenziali francesi e racconta la storia di tre giovani alle prese con le drammatiche conseguenze della violenza che ha scosso la loro comunità durante una rivolta. Nonostante la sua produzione nel 1995, il film mantiene una risonanza contemporanea, sia per le questioni sociali che affronta che per la sua prospettiva sulla moda adottata dai tre protagonisti. L’abbigliamento raffigurato in “La Haine” sembra in qualche modo prefigurare le tendenze contemporanee della moda, con i personaggi che indossano tute Nike, berretti Carhartt rovesciati, giacche di montone e capi oversize senza alcun marchio riconoscibile. Oltre a essere indiscutibilmente alla moda, ogni capo d’abbigliamento serve anche a rappresentare le lotte interiori dei singoli personaggi.

The Breakfast Club – 1985

The Breakfast Club” è stato uno di quei film che ha avuto un forte impatto sulle generazioni più giovani, grazie alla sua rappresentazione dei gruppi sociali delle scuole superiori. Questi personaggi sono diventati rapidamente icone di stile, e i loro look individuali continuano a influenzare la moda contemporanea. Il personaggio di Judd Nelson, John, noto come “The Bad Boy“, incarnava perfettamente lo spirito ribelle degli anni ’80. La sua giacca da motociclista, la camicia a quadri, gli stivali da motociclista, gli orecchini e i guanti senza dita erano tutti elementi distintivi del suo look. Questo stile classico ma audace ha resistito alla prova del tempo, rimanendo popolare all’epoca e ancora evocato oggi.

Boyz n the Hood – 1991

Pochi film hanno avuto un impatto così forte come “Boyz n the Hood“, il dramma di formazione del 1991 di John Singleton. Il film segue tre amici d’infanzia che lottano per navigare tra i pericoli della vita di strada nel South Central di Los Angeles. Culturalmente, il quartiere ha avuto un impatto profondo sulla musica, sull’arte e sulla moda emergente da sobborghi come Compton, Inglewood e Crenshaw. Oggi, “Boyz n the Hood” rimane come una testimonianza dello streetwear dei primi anni ’90, con tendenze come i cappellini snapback, le camicie di flanella, il doppio denim e i colori sgargianti, tutti impeccabilmente indossati dai protagonisti. “Boyz in the Hood” ha indubbiamente avuto una massiccia influenza sullo streetwear. Forse ha segnato l’inizio di una nuova era, rappresentando uno stile streetwear autentico e crudo. Dopo il successo del film, molte di queste tendenze, una volta di nicchia, sembravano integrarsi senza soluzione di continuità nello streetwear e ora sono diventate capi d’abbigliamento fondamentali per comunità di tutto il mondo.

Kids – 1995

Nello stesso anno di “La Haine”, il cinema ha offerto un’altra gemma: il controverso film sull’adolescenza “Kids”, diretto da Larry Clark. “Kids” segue un giovane gruppo di skater di New York mentre si impegnano in una serie di atti al limite, tra cui sesso, droghe e violenza, nel corso di una singola giornata. Notabilmente girato con un budget quasi inesistente, attori come Chloe Sevigny, Rosario Dawson e Leo Fitzpatrick sono stati incoraggiati a indossare i loro abiti sul set, conferendo al film un’ autenticità senza pari. Molti dei prodotti e degli abiti nel film provenivano dal negozio Supreme di New York, dove gli attori passavano il loro tempo e spendevano i loro soldi. Il risultato è stata una rappresentazione senza sforzo della cultura giovanile degli anni ’90 che ha lasciato un’impronta duratura sullo streetwear, abbastanza incidentalmente. Supreme ha persino celebrato il ventesimo anniversario di “Kids” nel 2015 con una collezione esclusivamente ispirata al film. La collezione includeva una felpa con cappuccio, un set di magliette grafiche e skateboard con still tratti dal film cult.

Straight Outta Compton – 2015

Il film “Straight Outta Compton” del 2015, dedicato alla biografia degli N.W.A, è stato ampiamente atteso come un film destinato a diventare un cult nel mondo dello streetwear. Il collettivo hip-hop rappresentava uno degli iconici stili degli anni ’80 e ’90, e la loro storia doveva essere raccontata attraverso abiti altrettanto audaci e impattanti per far risuonare profondamente le loro parole. Nonostante il loro successo finanziario, gli N.W.A rimasero fedeli agli stessi capi di abbigliamento e marchi, accumulando milioni di dollari ma mantenendo un’attitudine umile. Inoltre, il design dei costumi in questo film ha evidenziato un elemento fondamentale dello streetwear: il concetto di uniformità. Questa uniformità unisce le persone della strada, consentendo loro di identificarsi reciprocamente. Tuttavia, all’interno di questa uniformità, ogni membro del gruppo esprime il proprio stile individuale. Questo rappresenta il cuore dello streetwear. “Straight Outta Compton” ci ha aiutato a ricordarlo, specialmente quando lo streetwear sembrava essere eccessivamente commercializzato, rischiando la perdita della sua autenticità. Inoltre, il notevole successo del film ha prodotto un risultato prevedibile: una significativa rinascita dello streetwear degli anni ’80.

Conclusione

In conclusione, questi dieci film hanno lasciato un’impronta indelebile nel mondo della moda streetwear, mostrando come il cinema possa essere un potente influenzatore nella formazione delle nostre preferenze di stile. Dal ribelle iconico James Dean in “Rebel Without a Cause” alla cruda rappresentazione della vita urbana in “Boyz n the Hood” e all’autenticità cruda della cultura giovanile in “Kids“, ciascuno di questi film ha contribuito all’evoluzione dello streetwear. Hanno riflettuto cambiamenti culturali e sociali delle rispettive epoche. “Taxi Driver” catturava il disincanto post-Vietnam, “Quadrophenia” esplorava il mondo dei Mods britannici e “Scarface” incarnava gli eccessi appariscenti della fine degli anni ’70. Inoltre, il legame tra lo streetwear e questi film va oltre la moda; abbraccia un senso di identità, ribellione e autenticità. Guardando all’impatto di questi film, diventa evidente che lo streetwear non riguarda solo i vestiti, ma anche la narrazione e l’espressione culturale. Gli abiti indossati dai personaggi sono diventati simboli, rappresentando aspirazioni, lotte e atteggiamenti dell’epoca. In un mondo in cui la moda evolve continuamente, questi film sono riferimenti senza tempo, ricordandoci dell’influenza duratura del cinema su ciò che indossiamo e su come ci esprimiamo. Servono come testimonianza del fatto che lo streetwear non è solo una tendenza; è un fenomeno culturale profondamente radicato nella nostra storia e nelle nostre identità.