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Pitti Uomo 108: Firenze è il nuovo epicentro della cultura street-luxury

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Pitti Uomo: Dalle radici storiche al futuro sostenibile: la moda maschile si reinventa tra Boston, Linz e Madrid.

Una stagione che parla più lingue, ma un unico codice: l’identità

Firenze si è riempita di silhouette audaci, dettagli senza tempo e visioni che oscillano tra l’estetica tech e la coscienza ambientale. A Pitti Uomo 108 non si è solo celebrato lo stile maschile: si è raccontata un’evoluzione, una consapevolezza. I padiglioni della Fortezza da Basso hanno accolto storie di brand che non seguono il trend, ma lo scrivono. Un mix di heritage e sperimentazione che trasforma ogni stand in un manifesto creativo.

Etonic Kendari 3.0: la leggenda americana torna a dettare legge

Quando si parla di leggenda, Etonic non ha bisogno di presentazioni. Fondata a Boston nel 1876, questa icona delle calzature sportive è tornata più viva che mai con la Kendari 3.0, una sneaker che fonde lo spirito tecnico della retro-running con l’estetica spavalda dei primi anni 2000. Il risultato? Una bomba Y2K con dettagli da vero oggetto da collezione: mesh traspirante, suede effetto scamosciato, inserti in plastica lucida con dettagli cromati, suola bicolore con grip perfetto. Ma è il DNA a fare la differenza: comfort avanzato, gel integrato e una calzata che sembra progettata per spaccare tra le strade di Tokyo e quelle di New York.

“La Kendari è la nostra dichiarazione di stile e innovazione: un ponte tra tecnica e cultura urbana” ha dichiarato Matteo Zanuso, Brand Director Etonic. Pitti è stato il trampolino ideale per rilanciare un marchio che ha fatto la storia dello sport e oggi parla il linguaggio dello streetwear globale.

Spain Fashion: il debutto che ha spaccato la scena

La vera sorpresa di questa edizione è stata Spain Fashion, il progetto promosso da ICEX che ha portato per la prima volta a Firenze l’essenza del menswear spagnolo. Ventidue brand, una visione chiara: fondere artigianalità, sostenibilità e stile che parla a una nuova generazione. La Spagna non si è limitata a partecipare. Ha fatto rumore.

Tra i nomi più hot:

  • Callaghan e la collezione “Algoritmo”, ispirata agli anni ’90, fatta di colori elettrici, volumi oversize e una tecnologia che ridefinisce la sneaker urbana.

  • Ecoalf, che non si limita a ridurre i danni ambientali: li rigenera. Il brand lancia sneaker in materiali riciclati e abbigliamento tinto con pigmenti naturali che rigenerano il suolo.

  • Foamers Brand, con la sua tecnologia FloatFoam™ che fonde foam e gomma in una scarpa che sembra una nuvola con l’attitudine di una bomba grafica.

  • SSSTUFFF, che porta una collezione ispirata alle feste di compleanno americane, con dettagli interattivi, tessuti UV e design anarchico. Un delirio pop perfettamente orchestrato.

  • Guanabana, che celebra il quotidiano come arte, tra espadrillas illustrate e borse ispirate alla natura astratta. Un’estetica flâneur urbana che parla di libertà, texture e vibrazioni visive.

A chiudere il cerchio, un dato economico che dice tutto: nel 2023 la moda ha rappresentato il 3,7% dell’occupazione spagnola, con oltre 146.000 lavoratori. La Spagna ha fatto capire che il suo Made in è qui per restare, creare valore e, soprattutto, distinguersi.

La sintesi? Il Pitti diventa palcoscenico della nuova moda globale

Pitti Uomo 108 non è stato solo un evento moda. È stata una dichiarazione collettiva. I brand hanno smesso di parlare per settori — sneakers, eyewear, accessori — e hanno iniziato a ragionare come community. C’è un filo conduttore che unisce Boston, Linz, Madrid e Firenze: è l’identità costruita sui dettagli, l’innovazione che non dimentica le radici, lo stile che non ha bisogno di urlare per farsi notare. Pitti Uomo oggi è un festival visivo, un radar culturale, un manifesto vivo della moda che verrà.